Ex lanificio cecchi

La fabbrica, il cui primo corpo a pianta quadrata è stato costruito nel 1938 (semidistrutto nel 1941, dai tedeschi) ed il cui ultimo ampliamento risale agli anni ’50, presenta strutture in parte in cemento armato ed imparte in muratura ed è dismessa ormai da tempo (salvo che per una piccola parte).

La facciata in mattoni pieni porta i segni del tempo, la finestratura regolare, per il corpo lungo dell’edificio, risulta casuale e disordinata per la parte restante.

La parte più vecchi è a pianta quadrata con un cortile interno coperto da materiale trasparente (oggi plastica ondulata), sostenuto da un struttura lignea sicuramente da recuperare.

La parte più recente, con la tipica copertura a botte, costituita da due corpi accoppiati sul lato lungo, è a pianta rettangolare.

I due corpi di fabbrica sono uniti sulla sezione corta da un capannone. Entrambi i corpi di fabbrica si sviluppano su due livelli con un’altezza media superiore ai 5m.

Il progetto prevede la trasformazione del capannone centrale al livello della strada in un passaggio pedonale: ipotizzando quindi, un collegamento tra la via Fabio Filzi e la parte all’interno dell’isolato sistemata a piazza ed a verde. La copertura ed i muri di tamponamento delle facciate sulla strada e sul retro vengono demolite e sostituite da una struttura in vetro e in acciaio, schermata da una maglia, anch’essa in acciaio. La nuova struttura sottolinea la parte destinata al pubblico ed evidenzia il passaggio pedonale pubblico.

Lo stesso intervento viene realizzato nella zona centrale della facciata dell’edificio a pianta quadrata, sul lato prospiciente la strada, costituendo l’altro ingresso alla zona commerciale  e terziaria. Tutto il resto della facciata mantiene invece la struttura originaria e la tipica scansione delle ampie vetrate, esaltando le caratteristiche del vecchio edificio industriale.

Le residenze, tutte articolate su due livelli, godono di un ampio volume (i soggiorni sono a tutta altezza). I servizi e le camere si affacciano su una corte centrale ricavata all’interno dell’edificio, tagliando alcune parti della copertura e del solaio e lasciando, contemporaneamente, integre e a vista le nervature strutturali.